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dai GIORNALI di OGGI

Il Rapporto annuale: Sono stati 1.120 (-7,2%), minimo dal '51

Inail, nel 2008 meno morti sul lavoro
Ma aumentano gli incidenti degli stranieri

Un bilancio infortunistico che, "pur nella drammaticità dei numeri, "segna un incoraggiante record storico

2009-06-24

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2009-06-24

 

Il Rapporto annuale: Sono stati 1.120 (-7,2%), minimo dal '51

Inail, nel 2008 meno morti sul lavoro
Ma aumentano gli incidenti degli stranieri

Un bilancio infortunistico che, "pur nella drammaticità dei numeri, "segna un incoraggiante record storico

ROMA - Nel 2008 il numero di morti sul lavoro è sceso ai livelli minimi dal dopoguerra. Lo sottolinea l'Inail nel Rapporto annuale 2008, precisando che l'anno si è chiuso con 874.940 infortuni sul lavoro e 1.120 incidenti mortali. Un bilancio infortunistico che, "pur nella drammaticità dei numeri, "segna un incoraggiante record storico", evidenzia l'Inail: il numero di infortuni mortali è infatti sceso, per la prima volta dal 1951, al di sotto dei 1.200 casi l'anno. Nel 2008, in particolare, i morti sul lavoro sono diminuiti del 7,2% rispetto ai 1.207 dell'anno precedente.

GLI STRANIERI - Il calo, tuttavia, non c'è stato per i lavoratori stranieri, tra i quali si è invece registrato un aumento (+2%) degli incidenti sul luogo di lavoro. La flessione degli infortuni nel 2008 è stata nettamente superiore al -1,7% registrato tra 2006 e 2007, evidenzia l'Inail, aggiungendo che anzi, se si tiene conto dell'incremento dello 0,8% del numero degli occupati, il miglioramento reale, in termini relativi, sale al 4,8%. Il calo - aggiunge - conferma il trend decrescente degli ultimi 8 anni: dal 2001 le denunce di infortunio sono scese del 14,5% e se si considera che nello stesso periodo c'è stato un aumento occupazionale dell'8,3%, la flessione raggiunge il 21,1%. Per quanto riguarda i lavoratori stranieri, il cui numero di assicurati all'Inail è aumentato del 6% (oltre quota 3.266.000), gli incidenti sul lavoro sono cresciuti a 143.561, mentre il numero di infortuni mortali rimane invariato a 180 casi. Gli immigrati continuano a presentare un'incidenza infortunistica più elevata rispetto ai colleghi italiani: 44 casi denunciati all'Inail ogni 1.000 occupati, contro i 39 degli italiani. Nel 2008 gli eventi infortunistici accaduti a lavoratori stranieri hanno rappresentato il 16,4% del totale. Aumentano, invece, le malattie professionali che salgono del 3,2% con 29.704 denunce. Nel giro degli ultimi due anni, le patologie denunciate all'Inail sono cresciute di 3mila casi (+11%).

LE CAUSE - Ed è la strada la principale causa di morte per i lavoratori secondo l'Inail: su di essa infatti si verifica oltre la metà delle morti bianche. Dei 1.120 infortuni mortali, ben 611 sono quelli avvenuti su strada e, precisamente, 335 quelli provocati da circolazione stradale in occasione di lavoro e 276 quelli in itinere (ovvero sul percorso casa lavoro e viceversa), avvenuti prevalentemente su strada. Quest'ultimo dato, evidenzia l'Inail, è particolarmente importante se si considera che alcuni paesi dell'Ue 15 (Danimarca, Irlanda, Paesi Bassi, Regno Unito e Portogallo) non rilevano gli infortuni in itinere e che Irlanda e Regno Unito non registrano neppure quelli stradali avvenuti durante l'esercizio dell'attività lavorativa. Per quanto riguarda gli infortuni, degli 874.940 mila incidenti denunciati all'Inail nel 2008, ben 50.861 (5,8%) sono stati causati da circolazione stradale in occasione di lavoro e 97.201 (11,1%) sono avvenuti in itinere.

DOVE - La maggior parte degli infortuni si verifica nel Nord (61%): in particolare Lombardia (149.506 casi), Emilia Romagna (123.661) e Veneto (104.134), che assommano insieme oltre il 43% degli infortuni. Dal punto di vista dell'età, gli infortuni sono scesi dell'8% per i giovani fino a 34 anni, mentre per i casi mortali le flessioni più consistenti (-16%) riguardano gli over 50. Per quanto riguarda gli stranieri, poco meno del 96% degli infortuni si è verificato nell'industria e servizi (contro il 90% per il totale dei lavoratori): in particolare nelle costruzioni (13,7% di tutti gli infortuni riguardanti stranieri), che detengono anche il primato degli infortuni mortali tra gli immigrati (1 decesso su 4 nel 2008). Per quanto riguarda il personale domestico, 72 infortuni su 100 hanno colpito lavoratori stranieri, quasi sempre colf o badanti di sesso femminile. L'Italia, infine, evidenzia l'Inail sulla base dell'ultima rilevazione Eurostat, non risulta affatto maglia nera in Europa: nel 2006, ultimo anno disponibile, ha infatti registrato un indice infortunistico pari a 2.812 infortuni per 100mila occupati, inferiore alla media delle due aree Ue (3.469 per l'Area-Euro e 3.013 per l'Europa a 15), collocandosi al di sotto di importanti Paesi come Spagna, Francia e Germania. Stesso discorso per gli infortuni mortali: con 2,9 decessi per 100mila occupati nel 2006, l'Italia, pur con un indice leggermente superiore alla media Ue, si pone al di sotto di grandi Paesi come Portogallo, Austria, Grecia, Spagna e Francia.

24 Giugno 2009

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2008-06-24

 

Il rapporto in Parlamento: nel 2008 "solo" 1.120 vittime
Calo del 7,2% rispetto al 2007, il dato migliore dal dopoguerra

Inail, morti sul lavoro ai minimi storici
In aumento le malattie professionali

Gli incidenti stradali la principale causa dei decessi

ROMA - Nel 2008, per la prima volta dal dopoguerra, gli infortuni mortali sul lavoro sono scesi al di sotto dei 1.200. L'anno scorso i decessi sul lavoro sono diminuiti del 7,2% fermandosi a quota 1.120, sette casi in meno rispetto al 2007. E' quanto emerge dal rapporto dell'Inail presentato in Parlamento. Aumentano, invece, le malattie professionali che salgono del 3,2% con 29.704 casi. Negli ultimi due anni, le patologie denunciate all'Inail sono cresciute di 3mila casi (+11%).

Secondo l'Istituto di previdenza, l'andamento del 2008 non fa che confermare una tendenza che, con l'unica eccezione del 2006, è in corso ormai da molti anni: da un punto di vista statistico l'andamento storico del fenomeno degli infortuni mortali appare ridotto a un quarto rispetto ai primi anni Sessanta. Nel giro di circa 40 anni, infatti, si è passati dal tragico record storico di 4.664 morti sul lavoro del 1963, apice del boom economico, ai poco più di 1.500 di inizio millennio.

Il nemico pubblico numero uno. Quanto ai peggiori pericoli per i lavoratori, il nemico numero uno è la strada colpevole di oltre la metà delle morti bianche.
Dei 1.120 infortuni mortali del 2008, infatti, 335 sono quelli determinati da circolazione stradale in occasione di lavoro (autotrasportatori, commessi viaggiatori, addetti alla circolazione stradale) e 276 quelli in itinere, ovvero sul percorso casa-lavoro e viceversa, accaduti prevalentemente su strada.

Infortuni in calo, ma non per tutti. Gli infortuni sul lavoro denunciati all'Inail (874.940) sono calati del 4,1% rispetto all'anno precedente (912.410) e del 14,5% negli ultimi otto anni. Il dato assume ancora più rilievo se si considera che, nello stesso arco di tempo, l'occupazione è aumentata dell'8,3%.Il miglioramento, tuttavia, non c'è stato per i lavoratori stranieri, tra i quali si è invece registrato un aumento (+2%) degli incidenti sul luogo di lavoro. Risulta invece sostanzialmente invariato il numero degli infortuni mortali agli immigrati, che rimangono intorno ai 180 casi.


Le malattie professionali. Tra i primi posti in graduatoria risultano i tumori con 2mila denunce pervenute nel 2008: un fenomeno in crescita e non ancora pienamente rappresentato dai numeri. Una particolare importanza stanno infine assumendo i disturbi psichici correlati al lavoro: negli ultimi 15 anni si sono registrati circa 500 casi l'anno, per la maggior parte invididuati come mobbing.

Il bilancio. "Il sensibile miglioramento costituisce un fatto sociale importante, ma dobbiamo continuare, in modo ancora più deciso e strategico, su questa strada" così il presidente dell'Inail, Fabio Sartori, ha commentato i dati. "Nessuno, infatti - ha continuato Sartori - può negare che gli 875mila incidenti denunciati all'istituto lo scorso anno restino sempre una cifra molto elevata".

La crisi e il sommerso. "Ora che la crisi economica tende a favorire il ricorso al sommerso e, comunque, al lavoro irregolare - ha affermato Gianfranco Fini, presidente della Camera - occorre assicurare il pieno rispetto della normativa sugli infortuni, attraverso l'attuazione di costanti verifiche presso i luoghi di lavoro".

La patente a punti per l'edilizia
. Una delle ipotesi allo studio del ministero del Welfare, Maurizio Sacconi, per contrastare il fenomeno degli incidenti sul lavoro è l'istituzione di una patente a punti per le imprese, a cominciare dal settore dell'edilizia. "Si potrà perdere - ha affermato il ministro - l'abilitazione al lavoro, che potrà essere riacquistata attraverso un percorso di riabilitazione".

(24 giugno 2009)

 

 

 

 

 

 

L'UNITA'

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2009-06-24

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-06-24

 

Inail: nel 2008 è diminuito
il numero di morti sul lavoro

Nel 2008 il numero di morti sul lavoro è sceso ai livelli minimi dal dopoguerra. Lo sottolinea l'Inail nel Rapporto annuale 2008, precisando che l'anno si è chiuso con 874.940 infortuni sul lavoro e 1.120 incidenti mortali. Un bilancio infortunistico che, "pur nella drammaticità dei numeri, "segna un incoraggiante record storico", evidenzia l'Inail: il numero di infortuni mortali è infatti sceso, per la prima volta dal 1951, al di sotto dei 1.200 casi l'anno. Nel 2008, in particolare, i morti sul lavoro sono diminuiti del 7,2% rispetto ai 1.207 dell'anno precedente.

Il 2008, evidenzia l'Inail, non fa che confermare una tendenza che, con l'unica eccezione del 2006, è in corso ormai da molti anni: da un punto di vista statistico l'andamento storico del fenomeno degli infortuni mortali appare ridotto ad un quarto rispetto ai primi anni Sessanta. In circa quaranta anni, infatti, si è passati dal tragico record storico di 4.664 morti sul lavoro del 1963, apice del boom economico, ai poco più di 1.500 di inizio millennio.

Tale trend decrescente è poi proseguito negli anni Duemila: tra il 2001 e il 2008 gli infortuni mortali sono diminuiti di circa il 28% in valori assoluti e di oltre il 33% se il dato è rapportato agli occupati, che nello stesso periodo di tempo sono aumentati dell'8,3%. Il calo è stato continuo e sostenuto dal 2001 (1.546 infortuni mortali) al 2005 (1.280 casi), ma si è interrotto nel nel 2006, con un improvviso rialzo (1.341 decessi). I dati 2007 (1.207) e 2008 (1.120) hanno tuttavia segnato di nuovo una decisa riduzione degli eventi mortali.


Ecco di seguito i principali dati in pillole:

Infortuni sul lavoro- Infortuni denunciati: 874.940 (-4,1% rispetto 2007)

Ripartizione per gestione: 790.214 nell'industria e servizi (90,3%); 53.278 nell'agricoltura (6,1%); 31.448 fra i dipendenti dello Stato (3,6%) . Oltre il 61% degli infortuni è concentrato nel Nord industrializzato: in particolare Lombardia (150mila casi), Emilia Romagna (124mila casi) e Veneto (104mila casi) assommano oltre il 43% del denunciato nel Paese.
L'Umbria si conferma al primo posto per indice di frequenza infortunistica, seguita da Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia.

Infortuni nel periodo 2001-2008: -14,5% .

Infortuni lavoratori stranieri: 143mila (+2% rispetto 2007). I lavoratori stranieri hanno un'incidenza infortunistica più elevata rispetto a quella degli italiani (44 infortuni denunciati ogni 1.000 occupati contro i 39 degli italiani)

Infortuni mortali sul lavoro nel 2008: 1.120 (-7,2% rispetto 2007).

Record storico: per la prima volta dal 1951 (anno a partire dal quale si dispone di statistiche attendibili e strutturate) il numero dei morti per infortunio sul lavoro in Italia è sceso al di sotto dei 1.200 casi/anno.

Ripartizione dei casi mortali per gestione: 121 nell'agricoltura (+15,2%); 554 nell'industria (-9,3%); 445 nei servizi (-9,4%). Sono 611 gli incidenti mortali causati, in generale, dalla circolazione stradale (più del 54%): di cui 276 (-9,2%) casi in itinere e 335 occorsi sulla strada a lavoratori che operano in questo particolare ambiente. I casi mortali che hanno riguardato lavoratori stranieri sono stati 176.

Infortuni mortali nel periodo 2001-2008: -28%. Quelli avvenuti in occasione di lavoro sono calati del 32,5% e quelli in itinere del 6,8% . I settori più rischiosi sono la lavorazione dei metalli, l'agricoltura, la lavorazione dei materiali per l'edilizia, la lavorazione del legno, le costruzioni, l'estrazione di minerali.

Infortuni 2006 confronto Ue: l'indice dell'Italia è più favorevole rispetto a quello dell'Euro-Area. Per quanto riguarda i casi mortali, l'indice dell'Italia si attesta su un valore poco superiore a quello dell'Euro-Area, ma comunque inferiore a quelli di Paesi come Spagna e Francia.

Malattie professionali: nel 2008 29.704 denunce all'Inail (+7,4% dal 2007; +11% in due anni), la maggior parte riguardano l'industria e i servizi. Al primo posto si confermano ipoacusia e sordi

24 giugno 2009

 

 

 

 

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